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MarrakechMarrakech ci accoglie con un tramonto gentile, avvolgente e pieno dell’affettuosa ospitalità del suo popolo. Una città verde di palme e alberi da frutto, incastonata nella terra brulla del Marocco, a poche ore dal deserto, a meno dal mare.
Superiamo i controlli senza problemi e in fretta, cosa che ci dicono non sia così frequente da queste parti. L’aeroporto di Marrakech Menara è bellissimo, con le sue sale ariose e il suo design futuristico, ma le code per entrare nel Paese possono essere lunghe e noi ci sentiamo davvero fortunati. Abbiamo trovato una città amabile e piena di fascino, incasinata nel traffico dei suoi motorini sferraglianti, proiettili nelle calli della Medina, ma incredibilmente bella, coi suoi giardini segreti di palmeti e piscine, aranci e rose. Una città di case a scomparsa, una persa nell’altra, risucchiate nei i vicoli stretti, fino alla piazza centrale dove si gioca la vita. Quella di Jmaaa el-Fna, dove aspettare il tramonto e sorprendersi di non essersi fatti ipnotizzare da lei prima d’ora.Di Marrakech mi restano le serate calde passate sui tetti di un ristorante della Medina, i colori di un Tajin e quelli del tramonto su piazza Jmaaa el-Fna. Mi restano i sorrisi dei bambini in strada, i ricordi di una notte nel deserto. Il profumo degli aranci, i melograni, il tè alla verbena.
Marrakech è una città chiusa in una scatola magica, che vi terrà ostaggio di un incantesimo. Vi si mostrerà in tutta la sua verità e, quindi, nella sua pura bellezza.
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Marrakech ci accoglie con un tramonto gentile, avvolgente e pieno dell’affettuosa ospitalità del suo popolo. Una città verde di palme e alberi da frutto, incastonata nella terra brulla del Marocco, a poche ore dal deserto, a meno dal mare.
Superiamo i controlli senza problemi e in fretta, cosa che ci dicono non sia così frequente da queste parti. L’aeroporto di Marrakech Menara è bellissimo, con le sue sale ariose e il suo design futuristico, ma le code per entrare nel Paese possono essere lunghe e noi ci sentiamo davvero fortunati. Abbiamo trovato una città amabile e piena di fascino, incasinata nel traffico dei suoi motorini sferraglianti, proiettili nelle calli della Medina, ma incredibilmente bella, coi suoi giardini segreti di palmeti e piscine, aranci e rose. Una città di case a scomparsa, una persa nell’altra, risucchiate nei i vicoli stretti, fino alla piazza centrale dove si gioca la vita. Quella di Jmaaa el-Fna, dove aspettare il tramonto e sorprendersi di non essersi fatti ipnotizzare da lei prima d’ora.Di Marrakech mi restano le serate calde passate sui tetti di un ristorante della Medina, i colori di un Tajin e quelli del tramonto su piazza Jmaaa el-Fna. Mi restano i sorrisi dei bambini in strada, i ricordi di una notte nel deserto. Il profumo degli aranci, i melograni, il tè alla verbena.
Marrakech è una città chiusa in una scatola magica, che vi terrà ostaggio di un incantesimo. Vi si mostrerà in tutta la sua verità e, quindi, nella sua pura bellezza.
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